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odontoiatria
Redazione Bioteck
29 Aprile 2016
Le lamine corticali OX Flex®: l’osso flessibile che si adatta alle tue esigenze
Nella famiglia dei prodotti Bioteck le lamine ossee Flex possiedono una caratteristica unica: diversamente da ogni altro formato in catalogo, questi materiali sono infatti flessibili. Esistono in due varianti, in osso spongioso (OX01) e corticale (OX02). Approfondiamo oggi le principali caratteristiche e applicazioni delle lamine Flex corticali.
Come vengono prodotte?
Le lamine di osso corticale equino (25 x 25 x 3 mm) vengono trattate con il processo di rimozione enzimatica degli antigeni Zymo-Teck®, in grado di renderle perfettamente sicure mantenendo inalterata la fitta rete di fibre collageniche presente all’interno del tessuto osseo. La frazione inorganica viene invece parzialmente rimossa grazie ad un trattamento chimico controllato messo a punto dalla nostra ricerca e sviluppo. Privata di gran parte della componente minerale, la lamina assume così le caratteristiche di flessibilità ed elasticità che la rendono unica.
Cosa le rende speciali?
Possono essere modellate agevolmente e senza fresatura: bastano delle forbici sterili per adeguarle a dimensioni e forma del difetto.
Adattandosi facilmente al profilo del sito ricevente mantengono un contatto ottimale con l’osso del paziente, favorendo il passaggio di fattori di crescita e cellule responsabili del processo di rigenerazione.
I tempi di rimodellamento per le lamine corticali superano i 12 mesi. Sono quindi indicate quando si necessita di tempi di riassorbimento lunghi, ad esempio in interventi di posizionamento implantare one-step.
Come si utilizzano?
Ne consigliamo l’uso in due situazioni cliniche: nel rialzo di seno mascellare e nella gestione di difetti verticali, per garantire stabilità nel tempo all’incremento crestale.
La prima applicazione è una modifica della tecnica di Tulasne per il rialzo del seno mascellare. La tecnica originale prevede il posizionamento nell’antro sinusale di osso di calvaria a protezione della membrana di Schneider. Nella sua variante, oggetto di pubblicazione sull’ International Journal of Immunopathology and Pharmacology, la lamina corticale Flex viene utilizzata al posto del prelievo autologo.
La metodica è stata impiegata con successo in una case series relativa a pazienti sottoposti a rialzo del seno, e ha permesso un’ottimale gestione clinica anche di quei casi in cui si è verificata una lacerazione della membrana di Schneider di ampie dimensioni (> 6 mm), condizione per la quale l’intervento di rialzo viene normalmente sospeso fino a completa guarigione. Il lavoro ha evidenziato una buona qualità della rigenerazione e un ottimale mantenimento dei volumi ossei nel medio termine (7 anni).
Con questo approccio innovativo è stato possibile prevenire e gestire con successo i casi di lacerazione della membrana di Schneider proprio come si fa con la tecnica di Tulasne tradizionale, ma senza il costo biologico legato ad un prelievo invasivo come quello da calvaria e con un’operatività semplificata dalla disponibilità di un oggetto già pronto all’uso.
La seconda possibilità di utilizzo delle lamine corticali consiste in una tecnica one-step di incremento verticale della cresta ed inserimento implantare. La metodica è stata messa a punto e pubblicata sull’International Journal of Periodontics & Restorative Dentistry, dimostrando di essere efficace nella riabilitazione implantare dei pazienti e nel ripristino e mantenimento dei volumi verticali della cresta alveolare.
L’utilizzo della lamina in questo secondo contesto evita l’esecuzione di tecniche di GBR ed il posizionamento ad onlay di blocchi autologhi, più rischiosi e problematici in termini di operatività e complicanze chirurgiche. Infine, i lunghi tempi di riassorbimento favoriscono il mantenimento nel tempo dei livelli ossei perimplantari, per un risultato clinico stabile e duraturo.